Vita Odiosa «Giorni Felici» (2012)

Vita Odiosa «Giorni Felici» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
--

 

Visualizzazioni:
1534

 

Band:
Vita Odiosa
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Titolo:
Giorni Felici

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Dolore :: All

 

Genere:

 

Durata:
1h 14' 1"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2012

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Dolore, a.k.a. Wolf dei Gort torna da Napoli con il suo solo side project depressive black metal chiamato appunto Vita Odiosa, la cui intera discografia (o quasi) è stata recensita qui su Metalwave. E se il secondo disco rappresentava un riscatto dopo il debutto “Viale del tramonto”, presumibilmente bello ma registrato davvero male, ma aveva il punto debole di essere troppo diluito e allungato quasi a forza (9 minuti solo per un outro?) quest’ultimo disco, chiamato “Giorni Felici”, conferma i VO come una creaturina depressive interessante e degna di essere ascoltata da qualsiasi amante di tali sonorità.
Appena parte il disco, dopo un intro voluminoso (quasi 7 minuti…), e dopo aver notato una qualità sonora secondo me volutamente più sporca, grezza e rumorosa ma non confusa, la canzone parte con “Attesa”, e si nota sin da subito che il disco è finora quello più tipicamente black metal fatto da Dolore, non manca un feeling grigio e rattristato che comunque e presente su tutto l’album, né manca una certa eterogeneità che rende l’album più vario ma sempre nelle rigide coordinate del depressive, ma non manca neanche una tastiera molto più presente in passato che conduce le linee melodiche dei brani, e per tutto il disco si fa notare un mood selvaggio e a volte perfino epico, che ammanta i primi due veri brani del cd. Tanto che il risultato finale fa assomigliare i VO addirittura alle primissime cose dei Negura Bunget tipo “Sala molksa”, meno psichedelici (ovviamente) ma pur sempre melodici, con un suono un po’ crudo e con una certa atmosfera che ammanta tutto il disco, come il gruppo rumeno. E i riffs sono tutti a tiro, con i brani che per quanto lunghi riescono a non trascinarsi e a mantenere alta l’attenzione, cosa che nel depressive non sempre succede.
Difetti? Sì, un paio. A parte infatti una per me ancora eccessiva durata delle composizioni (“Inno alla sofferenza” se fosse stata più corta era un brano magistrale), non ho ben apprezzato degli arrangiamenti della drum machine e anche a volte della chitarra a volte troppo semplicistici e un po’ banalotti. Certo: il depressive è quello che è con tutte le sue restrizioni di stile, ma ciò non toglie che si può provare a migliorare qualcosa in questo campo. È anche vero che i VO sono comunque messi molto meglio di altri gruppi che hanno l’ardire di proporre dischi più scadenti sotto tutti i punti di vista e con una tastiera talmente finta che neanche i suoni di guitar pro…
Insomma: forse con qualche imperfezione in più e meno curato nei dettagli del precedente “Cogito ergo crucior”, ma per riffs e per atmosfera questo dei VO è il migliore finora fatto. Amanti del depressive, dateci un ascolto.

Track by Track
  1. Intro 75
  2. Attesa 80
  3. Inno Alla Sofferenza 80
  4. Non siamo niente 80
  5. Depression Part I (Abyssic Hate Cover) 65
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 65
  • Qualità Artwork: 70
  • Originalità: 75
  • Tecnica: 70
Giudizio Finale
73

 

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