Urticant «Apocalyptic Invocations» (2012)

Urticant «Apocalyptic Invocations» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
--

 

Visualizzazioni:
1045

 

Band:
Urticant
[MetalWave] Invia una email a Urticant [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina Facebook di Urticant [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina MySpace di Urticant

 

Titolo:
Apocalyptic Invocations

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Mortifero :: All instruments
Noctuaria :: Vocals

 

Genere:

 

Durata:
19' 31"

 

Formato:
EP

 

Data di Uscita:
2012

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Gli Urticant sono il nuovo gruppo dei Massesi Nebrus, che giungono al debutto con questo mini cd e che si propone di dare sfogo alla propria vena old school meno sperimentale e che in questo “Apocalyptic Invocations” propone 6 tracce brevi, cafone e dirette di black metal mischiato col thrash e col death, come la vera tradizione old school vuole. Punti di riferimento musicali citati testualmente nella biografia? Da leccarsi i baffi: Hellhammer, Possessed, primi Bathory, Mayhem (epoca di Deathcrush). Ottimo: questo è proprio il piatto che preferisco più di tutti.
E insomma, in breve il cd rispetta le consegne e dopo sti 20 minuti scarsi di musica ci troviamo soddisfatti. Questo mini cd degli Urticant è adorabile perché fonde uno stile che deve molto all’ultimo cd dei Nebrus (da me molto apprezzato) ad influenze effettivamente che si riferiscono al metal dei tardi anni 80, con l’influenza death metal presente sia sotto forma degli Autopsy nelle parti lente, sia con l’influenza thrash dei primi Bathory e di certi Absu, sia con un substrato sempre presente Black metal che si rifà ancora ai Craft, ai Darkthrone (la conclusiva “Rabid death”) e che ha dalla sua un riffing parecchio minimalista ma mai scontato.
Musicalmente, dunque, un mini cd riuscitissimo semplicemente perché fautore di uno stile musicale che (ahimé) non si suona molto in Italia, ed anche perché mostra un miglioramento nello stile dei riffs di Mortifero nelle parti lente, qui più soffocanti che mai, come nella parte centrale della migliore di tutte “Demon Fever”, a dimostrazione che anche l’unico difetto finora rimasto dei Nebrus (cioè il riffing nelle parti lente) si sta perfezionando sempre più.
Ci sono tuttavia alcune cose da perfezionare in questa nuova band: anzitutto una qualità sonora fin troppo buona, più sporcabile e un po’ lontana dalla grezzità dei numi tutelari sopra citati come influenze; ma soprattutto, gli Urticant possono migliorare ancora. Ci hanno dimostrato di saper fare musica death/black old school, lenta e marcia, ma forse il lato thrash necessita di essere un po’ più sviluppato: manca un po’ l’istinto thrash primordiale cattivo e avvelenato, manca la negatività ostinata eppure a tratti punk di canzoni come “Messiah” degli Hellhammer, la furiosa cavalcata speed/black di “Into the crypt of rays” dei Celtic Frost, che pure sono una tangibile influenza nelle parti lente degli Urticant.
Insomma: tutto bene il cd è buono, ma cari Urticant dateci dentro ancora di più. Vogliamo farci un altro giro, ma più intenso, maggiormente old school e ancora più marcio.

Track by Track
  1. Burial of affections 75
  2. Intolerant deathfuck 75
  3. I am Armageddon 75
  4. Demon Fever 85
  5. Holy Regurgitation 85
  6. Rabid Death 80
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 65
  • Qualità Artwork: 75
  • Originalità: 75
  • Tecnica: 75
Giudizio Finale
78

 

Recensione di Snarl » pubblicata il --. Articolo letto 1045 volte.

 

Articoli Correlati

News
Recensioni
  • Spiacenti! Non sono disponibili Recensioni correlate.
Interviste
  • Spiacenti! Non sono disponibili Interviste correlate.
Live Reports
Concerti