Know Your Nemesis «Break the Chain» (2016)

Know Your Nemesis «Break The Chain» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
11.08.2016

 

Visualizzazioni:
1164

 

Band:
Know Your Nemesis
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Titolo:
Break the Chain

 

Nazione:
Norvegia

 

Formazione:
Ole Petter Bjiernseth :: Guitar, Vocals
Marius Haugen :: Guitar,Backing Vocals
Ole Kristian Bekkevold :: Bass
Birk William Hynne :: Drums

 

Genere:
Metal

 

Durata:
53' 11"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2016

 

Etichetta:
WormHoleDeath
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Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Arrivano finalmente al debutto i Norvegesi Know your Nemesis, band che propone un metal molto moderno, a metà tra certo heavy metal e il melodic death, per uno stile che a volte può ricordare qualcosa dei Soilwork, vista la presenza massiccia delle melodie e una tendenza a usare tempi medi o lenti, mai orientati verso la velocità. Verrebbe da pensare, sinceramente, alla solita release ben prodotta e perfettamente confezionata, ma anonima.
E invece curiosamente i KYN ce la fanno. Ciò che incuriosisce sin dall’opener “Fade Away” è il fatto che mentre alcuni puntano tutto sull’orecchiabilità delle canzone, sacrificando tutto o quasi della parte più metal, è che i KYN in realtà non disdegnano la parte metal, con un tiro buono e convincente, ma soprattutto con una chitarra solista capace di farsi notare e di donare a questa canzone quel tocco più propriamente metal che spesso manca in questo genere, soprattutto evitando arrangiamenti troppo estremi e non opportuni, e la stessa cosa si può notare sul finire della seconda canzone o nella buona e potente “Blind me”, o nella canzone conclusiva. Poi a dir la verità il tutto non sempre riesce al 100%, e per quanto gli KYN si mostrano una band che sa dosare i propri ingredienti, a volte finisce per proporre soluzioni meno efficaci, come le voci pulite che poche volte suonano originali e davvero creative come nella terza o nella settima canzone. Altrove è proprio l’influenza alla Soilwork di “Breathe” o della stessa “So be it” che mi risulta essere troppo pronunciata e ingombrante, qui la band perde di efficacia perché sembra che non sa ancora fare un disco che sia del tutto farina del proprio sacco. Non è un difetto grave, ma allontana chi da questo genere, come me, cerca assolutamente personalità.
In conclusione: “Break the chain” è un album invero molto apprezzabile da chi segue il metal moderno, specialmente se non molto interessato alla brutalità o ai suoni iper compressi, in quanto non ha ingredienti originali ma sono sapientemente miscelati e per questo è godibile e scorre facilmente. Per questo motivo, alla suddetta audience l’ascolto di quest’album è ben consigliato, un po’ di meno a chi questo genere non lo segue.

Track by Track
  1. Fade Away 75
  2. Metaphore of broken dreams 70
  3. Break the Chain 70
  4. Breathe 65
  5. Blind me 75
  6. Are We Alone (Unholy War) 70
  7. So be it 65
  8. Freedom call 70
  9. End of me 65
  10. Free my fears 75
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 75
  • Qualità Artwork: 65
  • Originalità: 65
  • Tecnica: 75
Giudizio Finale
69

 

Recensione di Snarl » pubblicata il 11.08.2016. Articolo letto 1164 volte.

 

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