Red Beard Wall «s/t» (2017)

Red Beard Wall «S/t» | MetalWave.it Recensioni

Autore:
Snarl »

Recensione Pubblicata il:
27.07.2017

Band:
Red Beard Wall

Titolo:
s/t

Nazione:
U.s.a.

Formazione:
George Trujillo :: Drums
Aaron Wall :: Vocals, Guitars

Genere:
Sludge Rock

Durata:
34' 33"

Formato:
CD

Data di Uscita:
12.05.2017

Etichetta:
Argonauta Records

Distribuzione:
Goodfellas

Cargo Records

Bertus

Agenzia di Promozione:
Nee-Cee Agency

Recensione

L’ascoltato e riascoltato l’album di debutto dei Texani Red Beard Wall sotto Argonauta Records, ma più di tanto non mi colpisce, mi spiace.
Presentato infatti come Sludge stoner rock con tracce di Metal presenti in qualche riff più aggressivo e in tante raw vocals, questo disco rispetta le consegne, ma ha il suo maggior difetto nel fatto che le canzoni più che avere influenze diverse e ben strutturate tra loro, sembrano una manciata di canzoni con influenze alla rinfusa o troppo generiche, dove solo ogni tanto si arriva a episodi soddisfacenti, come nella grunge oriented “Born with a hammer” o nella decisamente più ispirata “Bottom of a well” o “March in time” leggermente più metal. Il resto delle canzoni invece vaga stancamente tra riff stoner, un cantato minimale poche volte a tiro sia per intonazione che per effettiva qualità delle linee vocali, e raw vocals fin troppo alte e stridule che non si sposano granché con il mood desertico e polveroso dei RBW. E questo si traduce nella discreta (ma nulla più) opener “I am”, nella non molto diversa “Switching circuits” e nella difficilmente comprensibile “Alive”; dove la band usa poche note e le usa a loop per tutto il brano, generando un brano cantilenante che non mi comunica granché.
In conclusione: l’equilibrio compositivo dei Red Beard Wall in questo loro primo album funziona solo a tratti e in diversi modi, ogni tanto grunge, ogni tanto stoner (l’intro e l’outro convincenti) e la settima e l’ottava canzone, ma non riesco a capire se questo avviene per caso o solo per inesperienza della band che deve ancora maturare. Salverò il disco dalla bocciatura perché forse le prossime release potrebbero esemplificare maggiormente il sound di questo duo texano, ma per ora i lati positivi mostrati in quest’album sono alternati da ombre lunghe e da punti interrogativi che non mi fanno capire il vero potenziale di questa band.