Nefertum «Revered Lames» (2009)

Nefertum «Revered Lames» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Bah Ron »

 

Recensione Pubblicata il:
--

 

Visualizzazioni:
943

 

Band:
Nefertum
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Titolo:
Revered Lames

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Innos: Vocals
Geny: Guitars
Uruk-hai: Guitars
Max: Keyboards
Tjhell: Bass
Maul: Drums

 

Genere:

 

Durata:
41' 13"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2009

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Esiste una scena black metal in Italia? Se nel nostro paese già sono poche le band che riescono a farsi strada, ancora meno sono quelle appartenenti ad un genere che, nato nei paesi scandinavi, sembrerebbe proprietà esclusiva di quelle terre. I Nefertum sono un gruppo del Sud Italia, più precisamente della provincia di Potenza, nati quindi in un contesto territoriale e culturale piuttosto distante dalla Norvegia dei vari Mayhem, Emperor e via dicendo. È pur vero che con il passare degli anni, il movimento black, in origine estremamente underground e di culto, ha trovato un’evoluzione stilistica e una conseguente esplosione commerciale di grande rilievo, basti pensare a una realtà oggi mainstream come i Dimmu Borgir. Arrivato anche da noi il fenomeno, la sua assimilazione non è comunque stata delle più semplici, dato che pur contando ormai parecchie band in attività, sono ben poche quelle che si elevano oltre un livello appena amatoriale e non sto parlando semplicemente di tecnica o di competenza strumentale, ma di qualità della proposta complessiva, dal songwriting alla registrazione. I Nefertum si presentano come una delle formazioni più professionali emerse finora nel nostro paese e, pur avendo ancora qualche limite in quanto a personalità e assoluta riconoscibilità, sono quantomeno in grado di rispondere ‘sì’ alla domanda iniziale, imponendosi già al disco d’esordio come elemento degno di nota. Revered Lames si articola in otto tracce, offrendo poco più di 40 minuti di black metal moderno, quello che per intenderci ha già assimilato partiture care al thrash, elementi sinfonici, campionamenti e così via. Tra le principali influenze troviamo sicuramente i Dimmu Borgir, per via dell’evidente attitudine sinfonica che accomuna tutta la prima parte dell’album, con le tastiere spesso in evidenza e melodie tipiche della band capitanata da Shragrat e Silenoz; fin troppo in realtà, dato che spesso la sensazione è quella di ascoltare estratti di Enthrone Darkness Triumphant o Puritanical Euphoric Misanthropia. Nella seconda metà del disco il mood cambia leggermente ed emergono più chiaramente le altre influenze dichiarate dalla band, ovvero Emperor e Arcturus. I riff di chitarra assumono una matrice molto più thrash/death e cambia anche l’uso delle tastiere, meno invasive rispetto ai primi brani e maggiormente variegate negli effetti. L’impatto è più roccioso, sono diversi gli spunti interessanti anche se il songwriting nel complesso non sembra essere del tutto libero, forse fin troppo frenetico, dal momento che le aperture più riflessive e i cali di dinamica sono dosati con il contagocce, nella premura di riprendere le parti più tirate e pesanti, con l’effetto di limitare il potenziale comunicativo delle canzoni e di conferire un’impronta eccessivamente monolitica al platter. In conclusione possiamo affermare di trovarci di fronte ad una band che ha studiato a fondo e ben appreso i cardini del genere. Revered Lames rappresenta senza dubbio un buon disco di esordio; in futuro una maggiore personalità potrebbe davvero far compiere un grosso salto di qualità a questi ragazzi. Le capacità tecniche non mancano, quindi in bocca al lupo!

Track by Track
  1. Revered Lames 75
  2. Slaves Of Darkness 65
  3. Beneath The Ashes 75
  4. Crossdressphyxia 70
  5. Blackhearted 65
  6. Rotting Idle's Inquisition 75
  7. Hatedance 65
  8. Lustful Requiem 75
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 80
  • Qualità Artwork: 75
  • Originalità: 65
  • Tecnica: 80
Giudizio Finale
72

 

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