Setwall «Up to the Unseen» (2004)

Setwall «Up To The Unseen» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Godfather »

 

Recensione Pubblicata il:
--

 

Visualizzazioni:
1612

 

Band:
Setwall
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Titolo:
Up to the Unseen

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Pio :: Voce
Mauri :: Batteria
Cava :: Chitarra
Simo :: Basso

 

Genere:

 

Durata:
35' 16"

 

Formato:

 

Data di Uscita:
2004

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Pregevole debut album dei ferraresi Setwall che sicuramente otterrà parecchi consensi dagli amanti del genere e, perchè no, anche da chi non lo è.
Le sonorità tipicamente crossover del disco, in cui sono riconoscibili le influenze di gruppi quali Tool, Mudvayne e per alcune cose anche i System of a Down, sono un perfetto amalgamarsi di parti melodiche, che, personalmente mi ricordano molto la psichedelia dei Porcupine Tree, e di ritmiche pesanti e rabbiose. Questo è il vero punto forte dell'album: l'alternarsi di momenti di calma e di vere e proprie esplosioni di potenza.
L'intero disco comunque mantiene una bella melodicità in ogni singolo passaggio che rende molto molto piacevole l'ascolto di ogni singolo brano.
La linea vocale gioca una ruolo fondamentale con i suoi cambi di timbro in perfetta simbiosi con le parti strumentali e devo dire in tutta sincerità che è proprio una bella voce quella che fa da filo conduttore a quest'album che riesce a farsi apprezzare enormemente già dal primo ascolto e potrebbe finire per essere adorato dopo svariati ascolti.
I Setwall stessi dicono che questo album "E' un viaggio onirico e confuso dentro il proprio ego, un percorso accompagnato da una serie di simbolismi animali che rappresentano curiose metamorfosi della forma, un cammino lungo il sentiero del proprio io strisciando dentro se stessi attraverso l’incertezza, l’impotenza, e l’ira pensando di poter arrivare finalmente al proprio fondo, alla propria fine.
Un sogno ad occhi aperti e chiusi che parla dell’assenza e del niente in un irreale linguaggio, una presa di coscienza di una vita interiore che intreccia quella esteriore contro la sua volontà e intrecciandosi si lega al reale in modo cieco e incomprensibile."
Beh...che dire? E' proprio così.
Ascoltando attentamente questo album si riescono a trarre tutte quelle sensazioni quali angoscia, paura, sofferenza, smarrimento e tanta tanta rabbia.
In conclusione questo disco è veramente ben fatto e curato sia per quel che riguarda le parti musicali che concettuali, l'unico consiglio che si possa dare ai Setwall è di continuare su questa linea.

Track by Track
  1. Away 75
  2. Reborn 80
  3. Liar 78
  4. Sweet Oblivion 90
  5. Up to the Unseen 94
  6. Psycho Circus 93
  7. Black Plastic Bodybag 87
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 90
  • Qualità Artwork: 85
  • Originalità: 80
  • Tecnica: 85
Giudizio Finale
85

 

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