Rust Requiem «Rust Requiem» (2008)

Rust Requiem «Rust Requiem» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
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741

 

Band:
Rust Requiem
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Titolo:
Rust Requiem

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Ianvs:: All instruments, lyrics, graphics

 

Genere:

 

Durata:
1h 4' 48"

 

Formato:

 

Data di Uscita:
2008

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Spiacente ma onestamente non me la sento di promuovere il debutto di Rust Requiem, band avviata da Ianvs, e mantenuta esclusivamente da lui.
Il genere proposto da RR è un connubio di dark ambient (predominante), con divagazioni doom e black metal, il cui cantato è completamente in latino e che (cito la biografia) “è un opera concettuale sulla spiritualità umana, della sua forza e della sua fragilità, un iter intrinseco verso il limbo auto creato dalla coscienza collettiva ed individuale semplicemente è specchio dell’errore o della verità assoluta propria dell’uomo e del suo essere Dio quanto insignificante terra o escremento”.
Il dark ambient, si sa, è fondamentalmente un suono, che con la forma canzone ha poco o nulla con cui spartire, e il cui gradimento potrebbe (e sottolineo potrebbe) anche essere soggettivo, purtroppo, però, RR delude troppe volte: Il cantato in latino infatti, anche se magari necessario, non favorisce certo la comprensione dei brani, e quindi il concept rimane incomprensibile, anche per chi latino l’ha studiato; probabilmente era altrettanto necessario pubblicare i testi o perlomeno descrivere l’avanzamento del concept nei vari brani, in modo da dare un punto di riferimento all’ascoltatore. Musicalmente inoltre, in una maniera tanto semplice quanto spietata, RR non mi trasmette quasi mai nulla: le parti ambient, infatti, come detto prima, a causa di un cantato non comprensibile, risultano molto difficilmente intellegibili e spesso non si riesce a capire cosa dovrebbero rappresentare e il brano come sta evolvendo. Un esempio lampante di questo è dato da “Falsorum liberatorum turris”, un brano veramente incomprensibile che per i primi 9 minuti cerca di rappresentare un caos angosciante senza riuscirci granché, mentre per i successivi 4 minuti il pezzo cambia del tutto e assume un dimensione nettamente più corale e solare ripetuta ad libitum.
Le parti più suonate, oltre a partire e terminare di colpo (soprattutto quelle black metal) e a volte anche in maniera sconnessa, sono inoltre fortemente penalizzate da un sound per nulla soddisfacente, con una batteria (ma in realtà è quasi sicuramente una drum machine) con suoni esageratamente finti che copre abbondantemente una chitarra dal suono molto “zanzaroso” e debole, riducendo le parti black (e anche qualche parte doom) a semplice rumore con urla. Le parti doom, infine, hanno la caratteristica di risentire anch’esse dei suoni scadenti, e soffrendo inoltre di una endemica mancanza di incisività, suonando molto banali e già sentite.
Non è bello purtroppo stroncare un album, soprattutto se fatto da una band nuova, ma purtroppo temo proprio che la sufficienza per i RR sia assolutamente troppo lontana: allo stato attuale abbiamo solo un cd con un concept molto sbandierato, ma incomprensibile, con momenti ambient spesso poco o nulla comunicativi (soprattutto l’organo della terza traccia) che si alternano tra il banale e l’abbozzato, e parti suonate che sono meglio, ma afflitte e neutralizzate dai suoni suddetti. Qui non c’è da sviluppare, quanto piuttosto da recuperare e riorganizzare l’insieme. Secondo me è meglio che i RR facciano punto e da capo. Senza alcun rancore né pregiudizi di nessun tipo.

Track by Track
  1. Numquam 50
  2. Per Patefactionum Vallem 45
  3. Voluntatis Putredo, Mens in limo incidit 40
  4. Falsorum Liberatorum Turris 35
  5. Terror, Terrores 35
  6. Aequus Animus, Viva, Ruina, Perversa vita 60
  7. Semper 40
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 45
  • Qualità Artwork: 50
  • Originalità: 50
  • Tecnica: 60
Giudizio Finale
46

 

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