Koan Quartet «Koan Quartet» (2006)

Koan Quartet «Koan Quartet» | MetalWave.it Recensioni

Autore:
Carnival creation »

Recensione Pubblicata il:
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Band:
Koan Quartet

Titolo:
Koan Quartet

Nazione:
Italia

Formazione:
Giovanni Francesca :: Guitar
Gianluca Grasso :: Keyboards
Dario Mirando :: Bass
Aldo Galasso :: Drums + Percussions

Genere:

Durata:
43' 53"

Formato:

Data di Uscita:
2006

Etichetta:

Distribuzione:
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Agenzia di Promozione:
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Recensione

Ritengo sia pressoché incredibile trovarsi faccia a faccia con un capolavoro che di metal non ha praticamente nulla, se non qualche piccolissima soluzione qua e là.
Mi sono trovato più che sorpreso quando ho ascoltato i “Koan Quartet”, artefici di un fusion senza eguali, con radici profonde nel jazz sperimentale “Post Miles Davis” che affonda ogni tanto in quel di Wheater Report (Jaco Pastorius e Herbie Hancok docent!!!) per approdare in soluzioni alla Mike Stern con un pizzico di Ralph Towner.

Di nomi ne ho fatti anche abbastanza direi, ma il discorso del capolavoro non demorde. Signore e signori, molto probabilmente i fan sfegatati del metal estremo non gradiranno questo gioiellino di tecnica mostruosa e di trip in salsa addirittura Free-Jazz ma un ascolto se lo meritano eccome.
L’improvvisazione ogni tanto si sente ed è ben gradita, specialmente in parti allucinate e schizzate, con cambi di tempo repentini e linee di basso ritmiche e melodiche allo stesso tempo.

Il tutto è lasciato per un buon 80% alla chitarra e al synth che svolgono le figure principali dove si estende tutto il tappeto ritmico da accademia niente male!
Ho trovato particolarmente accattivante l’atmosfera che si viene a creare, con quei tappeti di sintetizzatore sotto un manto di jazz da ambientazione quasi club parigino.

E’ proprio una gran cosa a mio avviso avere a che fare con ascolti simili. Ogni tanto fa bene discostarsi dalle solite mitragliate di doppia cassa sotto riff spaccatimpani, prendetemi per un traditore, o metallari incalliti, ma i poser sono altrove e la musica va ascoltata tutta secondo me, persino quella che la gente crede che sia per finti intellettuali… ahimè, quante discussioni con molte persone dotate di paraocchi.
Musica d’elite? Si, assolutamente sì! (per fortuna e per sfortuna).