R.E.T. «The Dark at the End of the Tunnel» (2004)

R.e.t. «The Dark At The End Of The Tunnel» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Alcio »

 

Recensione Pubblicata il:
--

 

Visualizzazioni:
1157

 

Band:
R.E.T.
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Titolo:
The Dark at the End of the Tunnel

 

Nazione:
Repubblica Ceca

 

Formazione:
Yarin (vox)
Roman (guitar)
Daniel (guitar)
Zbycho (bass)
Miroslav (keys)
Jiri (drum)

 

Genere:

 

Durata:
34' 39"

 

Formato:

 

Data di Uscita:
2004

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Vengono dalla Repubblica Ceca questi R.E.T. il cui acronimo sta per Reaction Extasy Trance, e sono attivi da moltissimo tempo: dal 1989 per la precisione. Dopo diversi aggiustamenti di line-up (e di stile, visto che all'inizio i nostri cantavano nella loro lingua madre) i nostri producono il loro primo demo nel 1993, arrivando al debutto discografico nel 1995. Approdano all'attivissima Crystal Production nel 2002, e per loro hanno registrato il loro precedente disco, nonché il presente "The Dark at the End of the Tunnel".
Ma ora basta, è tempo di premere il tasto "PLAY".

Le note piuttosto dolci della strumentale "Out of the Light" ci portano alla prima vera traccia del disco, "Dead Enough" che si presenta come un buon brano sospeso tra linee goth metal (soprattutto per via della tastiera) e chitarroni e ritmi doom. La voce (che mi piace per tono ed interpretazione) alterna momenti di cantato melodico ad altri più gutturali ma non growl.
Segue un'altro strumentale "Ghost of Misery", dall'incedere molto barocco penalizzata dal suono dei tamburi (presumo campionati) che sembrano molto "finti"... tipo tastierina Bontempi.
A parte questo, il brano accelera con una cavalcata metallica dal buon pathos e dall'ottimo lavoro delle tastiere.
La seguente "Downfall" è un brano molto devoto ai canoni del goth, con cassa dritta, melodie accattivanti e piuttosto easy-listening, velocità non sostenuta e cantato molto pieno e teatrale, che alterna dei momenti di sussurrato. Discreti gli assoli. Non è certo un brano che fa gridare al miracolo compositivo, ma si lascia ascoltare con piacere.
La successiva "Church of Stone" è introdotta da un giro di tastiera che può vagamente ricordare la blasonatissima Quinta di Beethoven, ma lascia subito spazio ad un brano con sentori di musica sospesa tra il folk e certa elettronica di qualità. Il cantato è sdoppiato tra quello del buon Yarin (che qui sfoggia davvero una bella prestazione) e l'angelica voce femminile dell'ospite Zuzana Ferfecka Breznakova. Il testo è tutto in latino, e (ma posso sbagliarmi) dovrebbe essere il testo di una preghiera.
Si torna al metal con il riff iniziale della successiva "System of Salvation", riff che introduce ad un arpeggio su cui si erge di nuovo la voce femminile di Zuzana. Il brano torna sui binari del goth metal nel bridge successivo e con il ritorno della voce maschile, che poi nel ritornello sfoggia anche un discreto growl, interrotto da un buon assolo melodico e sentito. Mi ha un po' ricordato certo materiale dei Lacuna Coil, ma nonostante non sia molto originale, mi piace l'atmosfera generale per cui merita un voto più che sufficiente.
"Blackening" è un'altro strumentale dalle buone armonizzazioni e dall'atmosfera piuttosto cupa. Tra quelli presenti nel Cd è forse quello meno interessante.
La successiva song è "Eternal Enemy", dove i nostri devono puntare particolarmente visto che ne hanno realizzato anche il video presente nel CD, come bonus multimediale. Vi si alternano momenti tesi con batteria veloce, chitarroni e voce growl, ad altri più meditate in cui la voce di Yarin mostra tutte le sue possibilità, spaziando fino a tonalità che ricordano quelle di un certo Sebastian Bach (intendo il rocker ex-Skid Row, naturalmente).
Conclude il lavoro l'ennesima strumentale "Into the Dark", che riprende il motivo strumentale della prima traccia e che completa, suppongo, l'idea del concept utilizzato anche nella cover del disco (globi di luce del peso di 21 grammi, che rapprensentano le anime perse dei morti in viaggio nel buio dell'Aldilà pronte alla reincarnazione o all'oblio eterno, non si capisci bene).
Come dicevo nel CD è anche presente un traccia multimediale con il video di "ETERNAL ENEMY", che ad essere onesto non è che sia un granché, con quegli inserti di grafica 3D un po' pacchiani e le riprese sin troppo amatoriali. Ad ogni modo, la canzone è davvero carina e non è rovinata dal video.

Siamo giunti anche alla fine di questa recensione, per cui mi va di tirare le somme dell'ascolto di questo dischetto, che mi ha dato la possibilità di scoprire un gruppo davvero sconosciuto, ma che ha delle discrete frecce al proprio arco.
Un gruppo che magari non brilla per originalità, ma di sicuro ha dalla sua un'esperienza molto lunga che ha saputo mettere a frutto nella composizione di songs, per quanto bene riconoscibili nel loro genere, di sicuro non scontate.
In alcuni passaggi dei brani strumentali, non mi è piaciuta molto la produzione delle tastiere, a causa di campionamenti di bassa qualità.... ma questo (se vogliamo) è più un puntiglio personale... chiamiamolo una sorta di incitazione al gruppo a fare qualcosa in più sotto quel punto di vista, visto che per il resto il disco suona potente, curato e ben bilanciato.
In poche parole, se amate il goth metal con inflessioni un po' doom vi consiglio di dare un'ascolto anche a questi R.E.T.: hanno di sicuro una marcia in più ...... quantomeno non cercano di clonare i Lacuna Coil/Evancence, cercando di proporre una musica piuttosto personale!!!!!!

Track by Track
  1. Out of the Light 70
  2. Dead Enough 85
  3. Ghost of Misery 75
  4. Downfall 75
  5. Church of Stone 85
  6. System of Salvation 70
  7. Blackening 65
  8. Eternal Enemy 80
  9. Into the Dark 70
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 70
  • Qualità Artwork: 70
  • Originalità: 70
  • Tecnica: 75
Giudizio Finale
74

 

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