Oblivio «Songs for Unforgettable Suffering» (2006)

Oblivio «Songs For Unforgettable Suffering» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Heresy »

 

Recensione Pubblicata il:
--

 

Visualizzazioni:
1463

 

Band:
Oblivio
[MetalWave] Invia una email a Oblivio [Link Esterno a MetalWave] Visualizza il sito ufficiale di Oblivio [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina Facebook di Oblivio

 

Titolo:
Songs for Unforgettable Suffering

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Massimo - voce
Daniele - chitarra
Mario - chitarra
Dario - basso
Emiliano - batteria
Adriano - tastiere

 

Genere:

 

Durata:
19'

 

Formato:

 

Data di Uscita:
2006

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

"Songs for unforgettable suffering" è il demo di debutto dei romani Oblivio, e devo dire che il loro nome si è rivelato per me una piacevole sorpresa. A partire già da un interessante artwork, ben adatto al mood generale che permea l'album, per poi passare all'ascolto vero e proprio, quattro tracce per una ventina di minuti di rock/metal depressive (forse non è la definizione di genere migliore ma perlomeno rende l'idea), dalle influenze varie ma bene o male riconducibili a Katatonia, Anathema, Paradise Lost e forse anche qualcosina degli Opeth, oltre alle parti propriamente rock sparse per il disco.
Già dall'attacco della prima "Forgotten sun" possiamo intuire le intenzioni degli Oblivio, un pezzo che inizia in modo potente e dinamico con il riff della chitarra solista e l'ottima voce pulita di Massimo a subentrare poco dopo. Il suono e la produzione si mantengono buoni per tutti i pezzi, anche se a tratti l'apporto della sezione ritmica viene a essere un po' debole, le chitarre svolgono il loro dignitoso lavoro fatto di pochi ma efficaci riff, la prova al microfono del singer è, come già detto, davvero buona, sia per quanto riguarda le clean vocals che per gli sporadici growl.
Il feeling generale del disco, come si nota anche dal titolo, è di completa malinconia e sofferenza, disillusione e amarezza, dal booklet si legge anche la dedica a "tutti coloro che soffrono ovunque nel mondo, in questi momenti indimenticabili non sei solo, noi ci siamo". A condire questo senso di pacata rassegnazione ci sono le tastiere che, da semplice "tappeto" nei pezzi più veloci, diventano struttura portante ad esempio in "Erased", per me il pezzo più bello del disco, quello che forse davvero rappresenta il suono degli Oblivio, con una parte di pianoforte e una linea vocale davvero stupende e deprimenti. Un pezzo che ho ascoltato tantissime volte perché devo dire che mi ha davvero colpito per ispirazione e profondità emotiva. Gli altri due brani si mantengono sullo stesso livello, l'attacco di "A decadent spirit" sembra quasi una traccia dei Katatonia vecchia maniera, ma poi entrano l'arpeggio pulito e la voce di Massimo è affiancata dalla voce femminile di Francesca Iacorossi, molto brava.
In conclusione, un lavoro molto buono che piacerà sicuramente agli appassionati di sonorità malinconiche o gothic o doom ma penso anche ad altri, e un gruppo che già al primo demo si rivela ben conscio di quello che vuole fare, regalandoci un dischetto ben fatto e suonato e privo di difetti evidenti. Contattateli perché a mio avviso ne vale la pena!!

Track by Track
  1. Forgotten sun 80
  2. Erased 90
  3. A decadent spirit 85
  4. Song 4 (Unforgettable suffering) 80
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 80
  • Qualità Artwork: 80
  • Originalità: 80
  • Tecnica: 80
Giudizio Finale
82

 

Recensione di Heresy » pubblicata il --. Articolo letto 1463 volte.

 

Articoli Correlati

News
Interviste
  • Spiacenti! Non sono disponibili Interviste correlate.
Live Reports
Concerti